Rossovino da Maurizio: pesce a Monteverde

Chi a Roma abita a Monteverde (avrete iniziato a sospettare che gravitiamo in questa zona!) ha tanto verde a disposizione e tanto cielo pure, ma anche due problemini: l’assenza di cinema e la scarsità di ristoranti in cui poter mangiare pesce bene e a prezzi sensati.

La prima questione tuttora mi dispera, mentre alla seconda – daje e daje, tenta che ti ritenta – abbiamo trovato una insperata e graditissima soluzione.

Rossovino da Maurizio è in via Jenner, strada di negozi e passeggio; non c’è qui chi non lo conosca. La sottoscritta compresa.

Ma si sa, spesso quello che cerchiamo ce l’abbiamo sotto il naso e non lo vediamo. Nel caso specifico (cosa non ti fa la mente umana!) credo che sia proprio il fatto di averlo sempre visto lì, granitico, come un albero secolare o una specie protetta, a non avermelo mai fatto prendere in considerazione.

Poi però, quando lo abbiamo provato, ce ne siamo innamorati.

Se si esce dalla logica per cui val la pena mangiare solo in posti ricercati o rinomati o di moda o unici nel loro genere, si capisce come l’appellativo di ristorante di quartiere non sia riduttivo; piuttosto, è un titolo con il quale il quartiere, appunto, “elegge” quel ristorante a proprio rappresentante e lo fa con una selezione attenta – magari inconsapevole – che porta infine quel posto a essere quello in cui senza nemmeno doversi accordare si va per il “pranzo della domenica” o per il compleanno del nonno, e dove trovi, variamente assortiti, il signore da solo, i turisti del b&b accanto e le due amiche ottantenni.

Ecco, Rossovino da Maurizio è meritatamente ristorante di quartiere, nel senso bello che ho finalmente compreso.

La scelta è varia: mari e monti, insomma. E pizza, anche! Nelle numerose volte in cui, dopo esserci decisi a entrare, siamo stati loro ospiti, ci siamo tenuti sui mari e di quelli parliamo. Grandissima scelta di pescato del giorno, a prezzi fortemente al di sotto di quello di un trilogy di Bulgari, su cui invece si attestano gli altri ristoranti che abbiamo sperimentato in zona e non solo.

tartare di tonno

Grandissima scelta, dicevo: orata, spigola e san pietro per i tradizionalisti; diverse altre opzioni, ogni volta differenti a seconda della disponibilità del giorno, per i curiosi: ad esempio, una delle ultime volte, su proposta di Alessio, il nostro “cameriere di fiducia”, abbiamo preso un pagro, cucinato in cartoccio con dei meravigliosi funghi porcini arrivati il giorno stesso. Una delizia.

Lui sapeva che quel giorno il pagro fatto in quel modo era quel che ci avrebbe reso felici. E naturalmente non ha sbagliato.

porcini

Ci vede arrivare da lontano, Alessio, come avesse dei sensori, e ogni volta ci porta dove vogliamo. Due giorni fa, al momento della scelta della portata principale, gli spiaceva che – a causa dei miei mille problemi alimentari – dovessi rinunciare a una preparazione che non avevo ancora assaggiato e bissare quella di una delle altre volte (perché lui RICORDA cosa hai preso le altre volte) e senza che glielo chiedessi si è informato presso lo chef se fosse possibile una variante, con esito positivo. E io commossa.

Le preparazioni sono classiche, ma per farle bene bisogna essere bravi bravi, poche storie, e avere ottima materia prima.

Per i vini, non ne troverete di “non convenzionali”, tuttavia disporrete di una inusualmente ricca scelta di buone – alcune ottime – bottiglie da 375ml, graditissima alternativa al quartino quando si ha voglia di bere poco e insieme di provare qualche etichetta. Noi ci siamo affezionati al Bric Amel, ma conto che sapremo provare altro.

Il titolare passa tra i tavoli, disinvoltamente verificando che sia tutto sotto controllo, e scambia chiacchiere e battute con i clienti che vede ben disposti, e di noi ha capito subito che di parlare, confrontarci e anche scherzare abbiamo una gran voglia. È esperto, come ogni artigiano che conosce il proprio mestiere, ed è l’amore per il mestiere a guidarlo.

delizia al limone zuppa inglese crostata

Il pasticciere, a riconferma della dimensione artigianal-familiare del posto, è suo fratello e forgia una crostata con (tanta!) marmellata di kumquat che è da tornarci apposta. Anche la marmellata è locale e, ve lo assicuro da maniaca delle marmellate, eccezionale.

In un’occasione, nell’ordine: ne ho mangiato una porzione, me ne sono fatta incartare un’altra per la colazione del giorno dopo e ho chiesto se qualche volta posso ordinarla “a portar via”: ora ditemi se non crea dipendenza!

Il Pier, che pure non è un appassionato della voce “dessert”, è andato in visibilio con ogni dolce provato, e in particolare ha ritenuto la loro zuppa inglese la migliore mai assaggiata. Addirittura paragonabile, nella sua perfezione e nella sua eleganza, ai dolci di una rinomata pasticceria di zona, che tutta Roma, e non solo, conosce.

Per chiudere, amici, Rossovino da Maurizio è un posto dove è bello stare e da cui dispiace andar via: è entrato a pieno titolo nei miei e nei nostri posti del cuore, e non vediamo l’ora di tornarci con voi.

Friccico Mangia&bevi, Roma – Un’osteria ai Colli Portuensi?

(visita di riferimento: febbraio 2022)

La domanda nel titolo ha un senso. Se conoscete la zona sapete perché e quindi dovrete pur convenire. Se non la conoscete chiedete a quelli del primo gruppo. Insomma, atmosfera un po’ così, che si stacca dal quartiere Monteverde -di cui è il confine Ovest- e in più segmenti preferisce agganciarsi al contiguo Casaletto. Insomma, per farla breve fidatevi, il blog che state leggendo ha un titolo intransigente che parla chiaro.

Esistono osterie ai colli portuensi, zona di Roma che per atmosfera non le richiama alla mente? Leggete qui...

Serena e Simone (sala e cucina) sanno fare ristorazione; sono, per diversi aspetti, complementari, ma quando sei lì è tutto coerente, fila tutto, l’ambiente è curato ma senza spingere sui formalismi, ci si sente accolti e si percepisce subito che… oh, vedete voi, ognuno percepisce quel che crede. Andate e percepite, mica posso dire tutto io…

Il menu parla lingue diverse: è locale per scelta delle materie prime (non si va al risparmio e la bocca lo sente), mentre le preparazioni guardano spesso il Piemonte: per i dettagli come al solito c’è Google e via dicendo, ma segnaliamo sicuramente il tonno di coniglio, il vitello tonnato (che gli anni ottanta hanno reso ingiustamente odiato da tanti e che invece, fatto bene, è un signor piatto), le tartare -che vengono proposte in diversi modi-. C’è tanto con cui divertirsi uscendo un po’ dal seminato romano, quantomeno di zona, tra ragù d’anatra, fagiano, carpacci, terrine… Diciamo che potrete anche uscire, volendo, dal classico metodo di scelta primo-secondo e giocare.

Buoni i dolci, ma non chiedete a me che sono uno poco appassionato al tema specifico.

Sulla carta dei vini avevamo scritto quanto segue, perché essendo noi gente serissima fa facciamo le cose a modino:

si può azzardare un po’ di più per renderla divertente quanto la cucina (si beve bene, ma con questa bellezza sulle materie prime starebbe bene qualche bottiglia un po’ fuori standard, per dare carattere e personalità anche a chi accompagna il cibo).

Ecco: non più. La carta è diventata divertente, perché Serena ci sa fare assai, dicevamo (ne parlammo anche, ma avrà ovviamente deciso di suo e non ci attribuiamo meriti, perché siamo gente anche di gran modestia).

Come sapete, qui di fare recensioni fighe ci importa poco, ché c’è gente in giro fatta apposta per scriverle meglio. Qui ci importa il racconto di esperienze e persone belle, e mangiare qui diventa dopo pochi minuti di conoscenza stare bene, affidando l’appetito a persone attente, scrupolose ma prive di pesantezze. Simone ha una mano assolutamente felice nel centrare il piatto su sapori primari che lascino emergere la qualità della spesa fatta; Serena conosce i suoi clienti, direi uno per uno, e sa cosa e come proporre, molto padrona di casa e con una cura chirurgica nell’approccio con le diverse tipologie di avventore.

Bravi!

Ah, già, il conto. Ci sta, prezzi del tutto in linea con la qualità e comunque non alti. C’è il menu sul loro sito web, andate pure.

Se invece volete andare proprio da loro, che come esperienza è meglio che guardare un sito web, andate qui.