Sofia (Bulgaria), 2023: unboxing

Dateme retta è stato (è stata, sono stati, siamo stati) a Sofia, capitale della Bulgaria.

I motivi hanno natura legata al carattere dei vostri bloggatori preferiti; si va a conoscere quel che non si conosce. Siccome questa è banalmente la spinta per la quasi totalità dei viaggi turistici direi di non indugiarci su oltre. Quel che invece ci preme raccontarvi, proseguendo magari prossimamente con un post di maggior dettaglio su quanto visto bevuto mangiato, è una serie di caratteristiche omonime, cioè per l’appunto caratteristiche di Sofia. Andarci avendone consapevolezza sarà qualcosa per cui ci ringrazierete.

Camminare

Un mestiere che a Sofia non presenta dei fuoriclasse è quello del piastrellista: i marciapiedi sono, al netto di alcune strade centrali e molto frequentate, un pericoloso patchwork allucinato che, durante il tuo cammino, ti fa entrare via via in un incubo distopico in cui ogni passo a venire si complica rispetto ai precedenti, richiedendo sempre maggiori attenzioni:
– prima manca una mattonella, una tessera, una piastrella
– poi eccone una che in diagonale si arrampica verso la successiva
– ecco a seguire un tubo la cui estremità fuoriesce dal terreno in luogo delle suddette attese piastrelle
– ovunque, intorno, si è circondati da tombini piazzati sistematicamente 4-5 cm più su delle suddette suddette piastrelle
– la variante livello pro del precedente punto per i più sgamati presenta i tombini a coppie, naturalmente non allineate in altezza. Superando lo scoglio si giungerà a formazioni di tombini più articolate. Resta da verificare ma, probabilmente, ripercorrendo il marciapiedi al contrario e calpestando ogni tombino si udirà un messaggio satanico
– intorno a tali formazioni tombiniche, talvolta disposte ad atollo, troviamo in genere altri tombini, ad altezze differenti da quelle vicine e comunque dalle suddette suddette suddette piastrelle. Dal numero di tombini e dalla frequenza con cui ogni marciapiede ne esce adornato vien da ritenere che sottoterra passino in parallela lunghezza corrente, gas, fibra, acqua, fognature, riscaldamento a pavimento, probabilmente latte, birra, corrispondenza cartacea, medicinali, derrate alimentari, consegne di acquisti online, dispacci istituzionali, microfilm, droga, particelle accelerate, canalizzazioni libere per progetti futuri.

Shopping

Molti negozietti storici o scantinati, spesso in strade magari più vecchiotte ma non sempre secondarie, hanno accesso seminterrato, circa 50-100 cm sotto il livello della strada. Gli scalini per accedere sono non interni al perimetro del palazzo, ma a quello di calpestio.
I marciapiedi hanno ogni tot metri un buco di un metro per due, ecco.
Senza alcuna protezione, senza alcun avviso, senza alcun segnale.

Di giorno la cosa si limita ad essere pericolosissima; di notte se ti va di culo continui a camminare scendendo i gradini stupito perché ritenevi di essere in pianura; se la fortuna volta le spalle si passa a complicazioni cliniche o morte.

Interagire

I Bulgari con la testa fanno sì per dire no e no per dire sì. Ci si ride sopra, però poi quando all’apparenza ti negano ogni richiesta anche basica ci resti male per alcuni secondi.

Shopping, reloaded

Tornando ai negozi, è importante parlare delle loro porte.
Anzi, no: parlare delle loro porte è fondamentale.
Esse sono:
– con apertura verso l’esterno
– in vetro
– senza cornici, quindi del tutto invisibili al netto della grande maniglia. Nota: la grande maniglia è quasi sempre in vetro
– tenute perlopiù aperte

La probabilità di lasciare ai bulgari un’impronta della fronte per il nostro semplice camminare è altissima.

Trasporto pubblico

I tram, efficientissimi e numerosi, hanno spesso fermate in mezzo alla strada.
Non in senso lato: proprio letteralmente.
In mezzo.
Non c’è banchina, non c’è segnale in terra, non c’è avviso per gli automobilisti della corsia immediatamente a destra del tram che procedono nella sua stessa direzione; sì, quella corsia lì, cioè il punto esatto in cui metti i piedi scendendo.
Semplicemente, tutto funziona. Tu scendi, finisci al centro di un viale in cui le auto sfrecciano serene a 70-80 all’ora e queste ultime capiscono, vedono il tram rallentare, sanno che esso secernerà genti e si fermano prima della coda del tram.

Nutrirsi

Al ristorante le ordinazioni arrivano in tavola quando sono pronte.

Punto.
È un principio immutabile.
Se tre commensali chiedono rispettivamente piatti con tempi di preparazione di 2, 16, 45 minuti il primo mangerà da solo, il secondo pure, il terzo pure.
È così e assolutamente nessuno ci trova qualcosa di strano. Buono per le brigate in cucina.

Verde

I parchi sono ovunque.
Ovunque.

Ogni piazzetta ha un parco, ogni parco ha un numero di panchine bastevole per supplire all’eventuale chiusura dei due parchi più prossimi, ogni panchina è pulita e accogliente.
Nei parchi troverete mezza città: chi ci lavora, chi gioca a pallone, chi chiacchiera; insomma, solite cose ma le troverete pure alle dieci di sera.
Lungo le stradine dei parchi ci sono fiori coloratissimi piantati ovunque, irrigatori a goccia, giardinieri, aiuole, baretti. Talvolta troverete panchine disposte una di fronte all’altra: è consuetudine che due amici le usino così e le nostre indagini a campione hanno stabilito che le ragioni sono confidarsi segreti o giocare a dama.

I parchi sono una oggettiva meraviglia di questa città.

Leggere

L’alfabeto è il cirillico, ma se impari le corrispondenze tra i caratteri cirillici e i nostri il bulgaro scritto diventa largamente più comprensibile di un dialetto che hai a 300 km da casa tua.

Statua

La statua di Santa Sofia, che all’incrocio di cardo e decumano identifica il centro cittadino e la capitale tutta, è veramente veramente veramente brutta; la cosa è del tutto condivisa e a tutti va benissimo così.