Luppolo Station

(visita di riferimento: un giorno di un mese del 2019, prima che il mondo cambiasse un po’)

Viale Trastevere, a Roma, è un lungo susseguirsi di palazzi che a partire bene dal fiume scende a sud fino alla stazione perdendo per strada pezzi di piacevolezza gradualmente. Quando sei prossimo al traguardo e, in vista della stazione, rinunci a cercare ulteriormente invano squarci serali da guardare… ecco che sulla destra, nella parallela, vicinissima e visibile via Parini, arriva Luppolo Station, birreria nata a quanto si sa dall’esperienza con Luppolo 12 a San Lorenzo, altro quartiere dove si beve molto e non sempre benissimo.

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Qui l’ambiente è certo metropolitano ma né per forza chiassoso né per forza “romano”, parola che è spesso corretto usare senza entusiasmi. Una bella sala con tavoli, banco delle spine e spazio per camminare e, qualche gradino più giù, un’altra sala più ridotta ma non minima, con un ambiente più salottiero.
Hamburger di chianina cotti bene, cioè non ben cotti, primi piatti invitanti e secondi creativi di carne o pesce fanno bello un menu meravigliosamente corto e curato, con abbinamenti di birra suggeriti per ogni piatto e con un livello qualitativo che, per scelte, preparazione e presentazione può riguardare ristoranti non banali.

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Ah, già. Le birre.
Un grande “tabellone ferroviario” riporta le birre in mescita con tipologia, gradi, produttore e prezzo. Scegliere tra una dozzina di titoli può essere dura, quindi ecco che lo staff, competente e gentile, consiglia e fa assaggiare. Inutile elencare cosa ci sia: trovate molta qualità e birre che variano nel tempo. Insomma ci si torna per forza…

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Rapporto qualità/prezzo sicuramente valido, con qualche porzione piccola e qualche altra abbondante. Per l’aperitivo o per il pranzo ci sono spesso formule interessanti.
Vincete il timore anti-reverenziale per quel tratto di strada e andate senza indugio. C’è da star bene e godersi davvero una buonissima serata.

Stanno qui.