(ultima visista: gennaio 2025)

Ci siamo divertiti.
Sintetizziamo così com’è giusto e in tema, asciutti e asettici come Vienna talvolta sa essere.
L’arrivo
Dall’aeroporto alla città c’è mezz’oretta di treno. In merito ci sono due possibilità, similmente a Roma, ma con forbice di prezzo più ampia:
- un treno da 4.50 euro, chiamato S7
- il CAT, avendo necessità o desiderio di metterci dieci minuti in meno e gradendo la sola fermata di arrivo, da 14 euro
Il dilemma non è stato particolarmente dilaniante.
- tip 1 di 2: nella hall dell’aeroporto la fila alla biglietteria elettronica farebbe venir voglia di scendere nell’area treni e cercare lì analoga ticket machine. Ecco: fatelo, perché c’è
- tip 2 di 2: tendenzialmente
- gli S sono treni di superficie, viaggianti talvolta sottoterra
- gli U sono treni di sottoterra, viaggianti talvolta in superficie

Com’è fatta?
Una bella fetta di viaggiatori europei conosce questa città, ma non è che qui si rinunci a parlare solo perché voi andate in giro, eh? Quindi, asciugando il tutto fino a realizzare una sintesi di mirabile superficialità, Vienna è un po’ così:

- Il centro del centro è interno ad una specie di poligono costituito, in senso orario, da:
- Ring (da est a nord)
- Donaukanal (un ramo del Danubio che già di suo fa la figura di un fiume nemmeno piccolo). da nord a nord-est
- Lungo il Ring, ma anche lungo una sorta di sua corona esterna, ci sono monumenti, palazzi e musei a mazzi, che di fatto estendono il centro
- da lì verso l’esterno partono i numerosi quartieri, che in una sorta di spirale a partire dal centro sono denominati con un numero crescente.
Più superficiali di così non siamo riusciti, spiacenti.
- tip 1 di 2 su com’è fatta Vienna: non è detto che vi servano abbonamenti ai mezzi pubblici, se amate camminare e vivere a piedi la città, perché Vienna, quantomeno nei suoi quartieri attorno al centro, non è enorme
- tip 2 di 2 su com’è fatta Vienna: in inverno è fatta di freddo. Maglia termica sotto al maglione e, volendo, pantaloni termici. Ci ringrazierete
Cosa abbiamo fatto? E visto? E sentito?
Eh ma quante domande…
I nostri cinque giorni qui, tra un freddo pungente, un’umidità indiscreta, qualche fiocco bianco e ventate on the rocks, son passati senza liste delle top N cose da vedere, sicché si è camminato molto e ci si è permessi qualche giro fuori standard.
Per dormire (e cenare a casa, di fatto) abbiamo scelto il quartiere di Wieden, davvero gradevole e poco turistico, ad una passeggiata di distanza dal centro lungo il lato ovest del Castello di Belvedere. La struttura, Pakat Residences, è un palazzo dedicato allo scopo, funzionale, pulito e certamente all’altezza dei severi canoni di Dateme retta.

Musei

A Vienna è un po’ bizzarro fare una vacanza senza visitare nemmeno un museo. C’è un “catalogo” di possibilità davvero imponente. Qualunque ricerca preparatoria di un soggiorno qui vi porterà un elenco che sarà impossibile esaurire nel corso della vacanza.
Le nostre scelte, dettate da considerazioni che vi diremo sotto, sono state solo due, in modo da avere altro tempo per conoscere la città anche fuori dal suo centro, seguire altri eventi e godersi una pianificazione non aggressiva. Va aggiunto che, se si è davvero appassionati, ciascuna delle due scelte può richiedere anche una giornata.

- Kunsthistorisches Museum
Questo a nostro avviso va scelto a prescindere. Collezione magnifica, esposizione di altissimo livello con molta luce naturale, sale funzionalmente pensate per godere delle opere. C’è un bar al centro del museo, che non abbiamo provato ma che è molto bello e fa molto coffee culture viennese - Castello del Belvedere
Qui la situazione è diversa.- Si visita anche un palazzo con le sue sale, al di là delle molte opere esposte
- Si passeggia lungo un grande giardino, peraltro percorribile anche non facendo biglietti
- Si visitano tre edifici vivendo tre contesti diversi per ambientazione, mood, esposizione, periodo storico, partendo dal medioevo e arrivando al contemporaneo col Belvedere 21.

Si dice spesso che Vienna è cara. Di sicuro per un italiano non è economica, ma tra ciò che effettivamente costa di più ci sono di certo i biglietti dei musei. Le due visite, in ogni caso, valgono il prezzo.
Chiese

Tante e belle. Ne abbiamo viste alcune e quindi, ovviamente senza pretese di esaustività, vi diciamo di non perdervi queste:
- in centro (dentro il Ring, quindi):
- San Pietro, praticamente lungo il Graben
- Sant’Agostino, alle spalle di Hofburg
- San Ruperto, in una piazzetta che è anche un suggestivo ingresso al ghetto ebraico dal fiume
- Santa Maria sulla riva (arrivateci da Tiefer Graben per govervi un bel colpo d’occhio)
- Sant’Anna, di fronte ad un’uscita laterale del Casinò che, di sera, per via di alcune presenze umane sospette, rende la piccola via un pochino inquietante
- Madonna della neve, diciamo non la più bella ma con una personalità e una piazzetta tutta per lei
- ..ok, ok, anche Santo Stefano che poi è il Duomo, ma che però è anche la meno godibile (leggi: overtourism) nonché quella per cui l’ingresso si paga, al netto di una sosta nell’endonartece. Ad ogni modo, anche il Duomo, visto dall’esterno, è un gran bel vedere.
- fuori dal Ring:
- la Chiesa Votiva (imponente come il Duomo ma, appunto, meglio godibile e visitabile, con una frazione minimale dei turisti rispetto alla prima)
- Santa Maria Ausiliatrice, lungo la strada pedonale omonima, gradevole e dedicata allo shopping dei viennesi, che parte dal Museumquartier
- Santa Elisabetta, proprio a Wieden, il nostro quartiere, in una piazzetta piacevolissima con ampi spazi pedonali e punti di ristoro da locals.

Cose belle delle chiese a Vienna: ci sono i fedeli dentro. Pregano pure, e cantano che è un piacere. In ogni chiesa c’è qualcuno seduto in quanto cattolico, più o meno a qualunque ora.
Concerti

Non saremo certo noi a svelarvi che tra Vienna e la musica classica esiste, come dire, una qualche connessione. La cosa si traduce in vario modo nella vita della città: turisticamente, ci sono un museo dedicato, la casa di Mozart, numerose sale e quant’altro, ma molte chiese hanno un loro programma di concerti che raduna anche i cittadini, oltre ai visitatori. Cercate quel che accade in merito durante la vostra permanenza; a noi è andata benissimo nella suddetta chiesa di Sant’Agostino, con una messa parrocchiale che aveva come soundtrack la Messa solenne di Mozart, KV 337.
Quartieri

Tra le bellezze di una vacanza in città ignote c’è, secondo noi, il perdersi tra quartieri “normali”, camminandoci dentro come fossimo tra concittadini in un giorno qualunque, un po’ per vedere di nascosto l’effetto che fa, come diceva il poeta, e un po’ perché è uno dei modi per assorbire realmente qualcosa di autenticamente identitario del luogo.

Spinti da cotanta motivazione anche su Vienna, possiamo dirvi questo:
- Centro
Bello, certo.
Stiamo parlando di Vienna, sicché ritengo impossibile definire oggettivamente meno che bello il suo centro.
Quasi interamente pedonalizzato, ricco di viali ben tenuti, pulito, architettonicamente ben fatto (con qualche svarione, ad esempio di fronte al Duomo), interessante se si abbandonano le due vie principali e si gira tra vetrine di piccole gallerie d’arte, pasticcerie sontuose e qualche negozio meno appariscente, carica di fascino in molti scorci e in molte luci…
Insomma, sarebbe davvero un centro storico bellissimo se non fosse per questo flusso turistico ormai teleguidato che caratterizza tante città, ne satura in modo non gestito le zone che hanno l’hype del momento e toglie concretamente identità. Un peccato davvero, oltretutto ormai diffuso (in Italia abbiamo come minimo tre casi clinici sul tema), dovuto a stimoli e approcci promozionali mirati alle classifiche, alle top 5 cose da fare, alle prime 3 da non perdere, col risultato che un pellegrinaggio laico ritiene compiuto il viaggio se ha spuntato le voci obbligate di un elenco, come se Vienna o un’altra città fosse il disegno nella Settimana Enigmistica che si vede solo unendo tutti i puntini numerati - Ring
certo che non è un quartiere, ma ha una personalità a sé stante, un aplomb, una allure, un qualunque vocabolo francese elegante di vostro gusto, che lo rendono distinguibile. Qui c’è il fluire ininterrotto dei tram, il passo svelto degli indomiti corridori, qualche bici, la solennità di grandi opere come musei, municipio, palazzo imperiale, colonne, porte d’ingresso alla città, teatri, vita centrale e periferica che si incrociano, evidenti come in un aeroporto gigante che vede passare chi parte e chi arriva. C’è il fulcro del movimento di questa città e camminarci dentro, anche senza avere una destinazione precisa, è un’esperienza bella da vivere - Neubau e Laimgrube
a “monte” del Museumquartier c’è un distretto che dal centro sale dolcemente e, tra vie e viali, ti porta un po’ a spasso in una città meno austera e seriosa, con una lunga strada pedonale strapiena di negozi un po’ mainstream ma non oppressiva (la suddetta Santa Maria Ausiliatrice, Mariahilferstrasse) e tante vie molto animate dalla quotidianità cittadina - Wieden
Il quartiere in cui abbiamo dormito è, nella zona più a est, raffinato, essenziale, di residenze e uffici, con poco commercio e molta tranquillità, tra qualche caffè e bottega elegante, in un’atmosfera molto calma, e si movimenta via via che ci si sposta verso ovest, fino ad arrivare al Naschmarkt, divertente tonnara turistica di ristorantini e banchi alimentari che, nei weekend, prosegue verso sud-ovest con un mercato delle pulci simpatico e fruibile senza paure - Weissgerberviertel
La quasi totalità dei turisti ci va per UN SOLO motivo, chiamato Hundertwasserhaus, un condominio di edilizia popolare assolutamente originale che però va visto ignorando il caos che ormai ci si è creato attorno. Il resto del quartiere è molto piacevole e la sensazione è che il suo lato nord, lungo il fiume, d’Estate sia molto vissuto. Torneremo! - Heiligenstadt
Se volete vivere la periferia, vedere come siano state concepite nel secondo dopoguerra le case popolari e le loro zone di accesso, fatevi un giro qui, con metro o tram, e su tutto visitate Karl Marx-hof, grande palazzo residenziale con giardino, tram, bus e metro a un palmo, per farvi un’idea su una certa visione del mondo.

Ok, ma per mangiare?

Se già di suo l’italiano può permettersi becere battute da bullo sulle altrui tradizioni culinarie, l’ampiezza di spettro delle proposte gastronomiche austriache non fa che aggravare il problema. Va però condiviso che, quando si nasce nel lato fortunato del mondo, divertirsi col cibo -anziché lamentarsene- è un dovere morale, anche perché, a parte la poca varietà autoctona, qui non si mangia male.

La sintesi di quanto provato:
- ristoranti
- Cafe Goldegg a Wieden: atmosfera molto viennese, ma più informale che elegante, anche se non manca la persona che si occupa esclusivamente di accogliere e salutare i clienti. Buona esperienza complessiva, ma il suo top anche per vivere un pezzo vero di Vienna sono le colazioni salate
- Glacis Beisl a Museumquartier: attenzione, perché qui siamo sostanzialmente al top di quanto abbiamo testato. Ambiente un po’ freddino all’interno ma molto bello nel giardino d’inverno e, con l’immaginazione, anche nel cortile estivo; soprattutto, gli abbiamo conferito il titolo di miglior Schnitzel e miglior goulasch (entrambi da carni bio che avevano il loro sapore a prescindere da quel che gli stava intorno), nonché quello di menu più fantasioso. Bella scelta anche di vini artigianali (con ricarichi che purtroppo restano un problema anche fuori dall’Italia, pare)
- Boheme tra Neubau e Museumquartier: la musica lirica è coprotagonista in sottofondo costante per questo ristorante molto molto viennese, con legno alle pareti, menu del giorno assolutamente convenienti e una cucina senza strilli ma solida
- Burger Bros “The Mall”: se per qualche motivo siete finiti nel centro commerciale che corrisponde alla frequentatissima stazione Wien Mitte, questo è un posto divertente con un menu sfizioso e buona qualità
- Cafe Restaurant Raimund, Museumquartier: anche qui atmosfera molto viennese, un minimo più formale che altrove ma con avventori di varia natura; menu che non si sposta dal solito ma funziona. Menzione per la Sacher
- Wiener Cucina, nella zona del Belvedere 21: con l’arte contemporanea una sorta di osteria contemporanea ci sta bene. All’interno del vecchio arsenale, che ora ospita anche un museo, questo posto grazioso e accogliente di fresca apertura ha un menu piuttosto classico e corto, ma anche una gentilezza e un buonumore (le origini napoletane della titolare aiutano indubbiamente) che non troverete spesso altrove. Cortile esterno in cui d’estate dev’essere una gioia mangiare
- pasticcerie, forni e caffè
- Kleines Cafè: pieno centro. Se vi sta bene il cash only, che a quanto pare qui a Vienna è permesso perché esplicitamente indicato in vetrina, ci troverete un’atmosfera da piccolo pub, raccolta e del tutto informale, ma pure una Sacher notevole
- Oberlaa: catena di pasticcerie di cui abbiamo visitato la sede a due passi dal Duomo, con tre piani di tavoli, un ambiente elegante e curato ma non leccato, e con prezzi sensati. Forse il premio Top Sacher va a loro
- Offerl: noi abbiam provato quello del link, in centro entrando dalla stazione di Wien Mitte, ma si tratta anche qui di una catena. Se vi sta bene spendere 4.80 per un croissant nel 2025, qui mangerete uno dei migliori a Vienna (il migliore riferito ai nostri rigorosi test)
- Backwerk: altra catena, di cui quella nel link è la sede più centrale, nel grande sottopassaggio di Karlsplatz a ridosso dell’uscita per l’Opera. In tantissimi vanno per prendere singoli pezzi da asporto come panini o dolci, ma per quanto ci riguarda il divertimento è stato tutto coi burek, farciti in vario modo.
Che significa “non so cos’è un Burek”? Andate in Mitteleuropa e assaggiate, no? - Furgoncini: di tanto in tanto vi capiterà l’equivalente dei vecchi Ape Piaggio aperto da un lato a fare caffè. Ecco: generalmente fanno specialty coffee, quindi sono occasioni per bere un caffè buonissimo (per alcuni gusti magari un po’ radicale) a un prezzo decoroso
- supermercati
- Billa: molte sedi in giro. Tra i motivi per andarci: ottima scelta su tutto, prezzi buoni, area prodotti freschi in scadenza con sconti (utilissima per noi che facciamo i turisti e non accumuliamo provviste per un mese). Inoltre alcuni hanno un’area food interna con qualche tavolino per un pranzo volante
- Spar: altra fascia di prezzo, specie se entrate in quelli marcati Gourmet, però magari salvano la giornata per qualche emergenza
- bar
Bar? Quali bar?
Stranezze? Particolarità?

Cose peculiari sparse di Vienna winter 2025:
- le marmitte fetenti
In prossimità del Ring attorno al centro viaggiano serenamente, e non solo di tanto in tanto ma frequentemente, auto che fanno una puzza che in Italia si riscontrava attorno al 1981. Ciò accade lungo viali enormi e quindi con auto piuttosto distanti dal marciapiedi, a sua volta enorme anch’esso. Questo per dire che la puzza è proprio rilevante.
Magari ci è andata male con un regolamento municipale che segue il freddo, secondo cui in inverno possono circolare le Euro -1, Euro -2 eccetera. Ahahah, che ridere. - le ciclabili per i runner
le ciclabili, naturalmente sparse un po’ ovunque, sono sostanzialmente vuote o percorse talvolta dai rider. Sicuramente in estate sarà tutto molto diverso, ma di gente in giro ce n’era e l’effetto era un po’ strano, anche rispetto ad altri posti in Europa in cui l’inverno non ferma i ciclisti.
In compenso sono davvero molti i runner, uomini e donne che, indomiti, attraversano la città come fosse normale farlo correndo a quella temperatura, senza uno straccio di sofferenza nell’espressione.
Forse durante l’attività con vento, freddo e umidità perdono l’articolazione dei muscoli facciali - la vastità del cash-only
i negozi totalmente o parzialmente “cash only” non sono pochissimi, visto che parliamo di una importante capitale europea. Per utilizzare paragoni recenti, città decisamente meno grandi e famose come Sofia o Brno sono messe largamente meglio. Diciamo che stupisce, in particolare, leggere questa indicazione anche nelle vetrine di alcuni negozi di rilievo e in pienissimo centro.
Fa un po’ sorridere, questa Vienna anti-capitale che fa una commercialissima offerta a commercialissimi turisti - l’altalenante simpatia
L’espansività tricolore, lo sappiamo, può arrivare nella sua genuinità a risultare perfino fastidiosa e invasiva, ok. Non è però praticando comportamenti raggelanti che si arriverà a relazioni equilibrate tra gli esseri umani, ecco. Il grosso dei ristoranti e locali applica una sequenza dimmi-che-ti-serve-ecco-qui-paga-vai, lasciandosi scappare un sorriso se proprio non se ne può fare a meno.
C’è una componente tradizionale e culturale che non va nemmeno dibattuta e che vale quanto la nostra, ma l’adozione di un approccio diverso da “ ‘zzo vuoi?” quando si ha a che fare con persone che pagano per un servizio sembrerebbe altrettanto fuori discussione.
Conforta vedere che le esperienze di comunicazione migliori le abbiamo avute coi più giovani - servizio sul conto del ristorante, io e te dobbiamo parlare
è vero che esiste nei ristoranti di tante città del mondo, ed è vero che non dobbiamo fare i provinciali, MA:- una voce di conto per il servizio, obbligato a percentuale, significa che lo stipendio al personale di sala lo stiamo pagando noi (com’è normale), ma a parte rispetto ai piatti, sui quali perciò il costo del personale non dovrebbe ricadere. Molti di quei piatti allora diventano cari già per questo
- un servizio non obbligato, ma richiesto con una finta domanda è una contraddizione, perché l’aggiunta dipende dalla qualità del servizio ricevuto, e quindi dovrebbe poter valere anche zero se il cliente non si ritiene soddisfatto
Indi?

A chiudere: Vienna è bella, in molti luoghi bellissima. Purtroppo in centro soffre di una malattia comune ai luoghi più visitati di tutta Europa, ma basta fare cento metri in altra direzione e tutto cambia, quindi c’è tanto da vedere. Superate la freddezza di molti dei suoi abitanti e vi godrete un luogo d’arte, architettura e futuri urbani possibili come non ce ne sono moltissimi. Aspettatevi di spendere un po’ più del desiderato ma nulla di drammatico.

Insomma, non è che sia proprio la scoperta del nuovo mondo scriver qui cose belle di una delle città più note e visitate al mondo, ma Dateme retta e andate tranquilli!